IL MUSEO ETNOGRAFICO

 

 

DA  S. FARA  A  GIOVINAZZO

 

17.12.18

 

 

Testimonianza di un ricco scambio di doni e di umanità è il museo realizzato

dai missionari cappuccini pugliesi nel convento di Bari–S. Fara.

Nel giorno della sua inaugurazione, il 21 marzo 1981,

fu denominato Museo Etnografico Africa-Mozambico.

 

 

Dal mese di ottobre 2017 è stato trasferito nell’antico

seminario dei Cappuccini di Giovinazzo, che, opportunamente

ristrutturato ed adattato a museo con un cofinanziamento POR

della Regione Puglia, custodisce ora tutto l’ingente materiale

prima conservato, come detto, nei locali del convento di Bari.

 

 

Dall’inaugurazione della nuova sede, avvenuta il 17 dicembre 2018,

è indicato anche con la sigla MEAM: Museo Etnografico Africa-Mozambico.

 

 

Il museo non vuole essere solo il risultato di un impegno profuso

in tanti anni nella ricerca di manufatti, reperti culturali rappresentativi

e materiali che mostrano le ricchezze minerarie e paesaggistiche del Mozambico,

ma è, soprattutto, la testimonianza più viva di amore per il popolo e la cultura mozambicana.

 

 

Esso è un luogo di incontro culturale tra il popolo italiano e quello mozambicano

e un contributo per la conoscenza e convivenza pacifica tra i popoli,

grazie anche alla presenza di una raccolta

bibliografica di testi nelle varie lingue bantu parlate in Mozambico.

 

 

Questo museo, unico nel suo genere in Puglia, e tra i pochissimi

sparsi per l’Italia, vuole essere, da parte della famiglia cappuccina di Puglia,

un ringraziamento a tutti i pugliesi e lucani che hanno amato,

seguito, lavorato e sofferto per i suoi figli cappuccini missionari in terra di Mozambico.

 

 

Da quasi settant’anni c’è questo scambio tra le genti pugliesi e lucane

e i popoli mozambicani e il museo ne è il testimone come

uno specchio fedele di laboriosità, collaborazione e riconoscenza.

 

Il materiale, oltre che nella regione centrale della Zambézia,

campo di lavoro dei missionari cappuccini pugliesi e lucani,

è stato raccolto anche in altre regioni mozambicane e nazioni africane

durante varie spedizioni e viaggi di ricerca di manufatti.

 

 

Espressioni artistiche, ricchezze minerarie, marine, produzione letteraria

 e discografica di ogni genere, sono presenti in questo museo.

 

 

Alcuni missionari appassionati di filatelia e numismatica hanno curato,

nel tempo libero, la raccolta di francobolli, monete, medaglioni

ed altri cimeli coloniali creando collezioni di un inestimabile valore.

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